
Temu, i prezzi raddoppiati. Foto logo: Facebook, @temutalia - onetechstop.it
In un contesto in cui la competitività è essenziale,è bene monitorare come Temu e altre piattaforme risponderanno a questa nuova sfida.
Negli ultimi giorni, la piattaforma di e-commerce Temu ha suscitato un acceso dibattito tra gli utenti e gli esperti del settore a causa di un significativo aumento dei prezzi dei suoi prodotti. Questo cambiamento, già annunciato in precedenza, è il risultato diretto delle nuove politiche doganali imposte dal governo statunitense, che hanno colpito in particolare le importazioni dalla Cina.
L’aumento dei costi ha portato a situazioni paradossali, dove le spese di importazione superano il costo stesso degli articoli acquistati.
Aumento dei costi e spese di importazione
Temu, una delle piattaforme di shopping online più in voga, ha iniziato a implementare “spese di importazione” sui prodotti venduti e spediti negli Stati Uniti, con tariffe che possono arrivare fino al 145% del valore originario del prodotto.
Queste spese possono far lievitare il prezzo finale a livelli sorprendenti. Ad esempio, un vestito estivo che originariamente costerebbe 18,47 dollari può arrivare a costare 44,68 dollari una volta aggiunti 26,21 dollari di dazi. Questo incremento ha colto di sorpresa molti consumatori, che si aspettavano prezzi competitivi, tipici del modello di business di Temu.
Concorrenza e reazioni del mercato
Un fenomeno simile è stato osservato anche su piattaforme concorrenti come Shein, che ha annunciato aumenti di prezzo paralleli. Tuttavia, a differenza di Temu, Shein non ha ancora implementato supplementi espliciti per i suoi clienti.

Entrambe le aziende avevano avvisato i propri utenti statunitensi che, a partire dal 25 aprile, avrebbero dovuto affrontare rincari, ma la portata degli aumenti ha superato le aspettative iniziali.
Impatti delle nuove politiche doganali
Ma perché si è arrivati a una situazione così critica? L’inasprimento delle politiche commerciali statunitensi ha portato all’abolizione di un’esenzione doganale che consentiva di importare beni dal valore inferiore agli 800 dollari senza alcun dazio. Questa misura, un tempo vantaggiosa per i consumatori e le piccole imprese, ha reso più difficile l’accesso a prodotti a basso costo provenienti dalla Cina. Le nuove regole doganali non solo aumentano i costi per i consumatori, ma pongono anche un freno alla competitività delle piattaforme di e-commerce che si sono costruite una reputazione su offerte convenienti.
Attualmente, il mercato europeo sembra essere esente da queste nuove politiche, ma ci sono già voci che suggeriscono che l’Unione Europea stia considerando di adottare misure simili. Le preoccupazioni non riguardano solo l’impatto economico, ma anche questioni ambientali legate allo smistamento e alla spedizione di un numero sempre crescente di pacchi. Temu e Shein sono sotto osservazione non solo per le loro pratiche commerciali, ma anche per l’impatto ecologico delle loro operazioni, il che potrebbe portare a ulteriori restrizioni in futuro.
Questa situazione solleva interrogativi su come le piattaforme di e-commerce si adatteranno a un panorama commerciale in evoluzione, caratterizzato da regolamentazioni più severe e costi crescenti. Gli utenti si trovano ora di fronte a una scelta difficile: continuare a fare affidamento su queste piattaforme e affrontare costi più elevati, o cercare alternative, magari locali, che potrebbero offrire un buon equilibrio tra qualità e prezzo senza le complicazioni legate ai dazi.
Le reazioni dei consumatori non si sono fatte attendere, con molti che esprimono il loro disappunto sui social media riguardo a questa brusca inversione di tendenza. La questione dei prezzi raddoppiati potrebbe portare a un ripensamento delle abitudini di acquisto, spingendo i consumatori a rivalutare dove e come effettuare i loro acquisti online.